Il linguaggio dell'apprezzamento

In questi anni ci sono state numerose ricerche, in tutto il mondo, che hanno finito con l’attestare che il principale fattore che motiva le persone rispetto al loro lavoro è il fatto di sentirsi apprezzate dagli altri.

D’altra parte, è anche il principale fattore di cui le persone sentono la mancanza nei luoghi di lavoro.

E’ anche vero che, per sentirci apprezzati davvero, non basta ricevere qualche parola generica di riconoscimento, o quelle che coinvolgono noi insieme ad altri.

Abbiamo bisogno di messaggi più specifici, più personali ed abbiamo bisogno che questi segni di riconoscimento ci arrivino con un linguaggio che fa al caso nostro. Un linguaggio che ci fa sentire che siamo importanti per gli altri, che ci capiscono, ci sostengono, riconoscono quello che stiamo facendo di buono nel nostro lavoro, che siamo meritevoli di attenzioni, di incoraggiamento, di riscontri positivi.

I ricercatori, infatti, hanno scoperto che ognuno di noi ha un linguaggio primario, ed uno secondario, con cui tende ad esprimere apprezzamenti verso gli altri e vorrebbe riceverli dagli altri.

Se al lavoro, ad esempio con il nostro capo diretto, o con i nostri colleghi, parliamo linguaggi diversi il rischio è che non coglieremo gli apprezzamenti che gli altri ci fanno o non riusciremo a far sentire altri apprezzati da noi. Il risultato è un aumento della insoddisfazione invece che della soddisfazione.

Ecco, dunque, i 5 linguaggi dell’apprezzamento:

  1. Parole positive: se questo è il tuo linguaggio primario prediligi l'uso di parole che trasferiscono un senso di apprezzamento, di rassicurazione, di motivazione. Affinché queste parole siano efficaci è importante che rappresentino un messaggio personale, specifico che si riferisce a qualcosa che la persona ha fatto/detto, o sue competenze, o sue qualità personali. Il linguaggio delle parole positive è davvero efficace se le parole che si esprimono sono sincere, non di convenienza o di forma. Queste parole possono essere espresse verbalmente, o per iscritto. Si possono dire privatamente o davanti ad altre persone.
  2. Tempo di qualità: se questo è il tuo linguaggio primario prediligi il fatto che qualcuno ti dedichi del tempo, e che lo faccia dimostrando di essere attento, empatico, in reale ascolto. Potrebbe andarti bene avere delle conversazioni individuali, o essere coinvolta/o in incontri in piccoli gruppi. Ti può piacere che qualcuno condiva con te delle sue esperienze, o che ti faccia domande e ti aiuti ad esprimere le tue esigenze o le tue opinioni.
  3. Azioni di supporto/servizio: se questo è il tuo linguaggio primario sei una persona che predilige i fatti più che le parole. Apprezzi che qualcuno, se ne hai bisogno, faccia qualcosa di concreto per darti supporto. L'importante in questo caso è che il supporto che ti viene dato sia quello di cui hai davvero bisogno, e venga dato nei tempi e nei modi che scegli tu, e che chi dà supporto sia poi affidabile nell'impegno che si prende, altrimenti si produce un effetto contrario rispetto a quello del riconoscimento.
  4. Piccoli pensieri/regali: se questo è il tuo linguaggio primario ti fa piacere ricevere piccoli gesti di attenzione sotto forma di pensieri, piccoli regali. Ma le ricerche dicono che un "bene" sempre più apprezzato è anche il fatto di poter avere più tempo libero. In questo caso l'aspetto importante è che il regalo che ricevi sia qualcosa che davvero piace a te, e non i famosi regali che rispecchiano i gusti delle persone che li fanno e non di quelli che li ricevono.
  5. Gesti di vicinanza fisica: questo è un linguaggio che merita qualche punto di attenzione perché potrebbe essere frainteso o creare dei disagi dal momento che alcune persone non amano alcun contatto fisico da parte degli altri. Chi parla questo linguaggio può tendere a dimostrare apprezzamento dando una bella stretta di mano a qualcuno per complimentarsi di qualcosa, o battere il cinque con la mano, o magari chiedere di poter dare un abbraccio per dimostrare felicità o vicinanza in un momento delicato, o poggiare una mano sulla spalla per esprimere sostegno. Sicuramente è un linguaggio che richiede di verificare con attenzione se la persona che riceve un gesto di vicinanza fisica sia disponibile o meno ad una simile forma di attenzione.

Capire qual è il proprio linguaggio di apprezzamento, e quello delle persone con cui lavoriamo, può essere molto utile per aumentare il nostro ed altrui livello di soddisfazione e di motivazione al lavoro.

Per capire il linguaggio degli altri ti suggerisco di non fare domande dirette, piuttosto potresti fare attenzione a:

  • cosa chiedono gli altri
  • di cosa si lamentano
  • cosa li motiva.

E puoi riflettere anche su quello che manca e motiva te.

Il problema con i linguaggi di apprezzamento è che ognuno di noi tende ad usare, per apprezzare gli altri, il proprio linguaggio primario. Ma questo non è corretto, perché ognuno dovrebbe esprimere il proprio apprezzamento verso gli altri usando il loro linguaggio specifico, e non quello personale.

In sostanza, se il mio linguaggio primario sono le parole positive, ma voglio esprimere apprezzamento ad una persona il cui linguaggio primario sono le azioni di supporto/servizio, è inutile dire a questa persona delle frasi che per me sono importanti, perché la persona sentirà di essere riconosciuta davvero da me solo se farò qualche gesto concreto nei suoi confronti, ad esempio se le darò un aiuto facendo qualcosa insieme a lei o al posto suo.

E lo stesso vale per tutti gli altri casi.

Le statistiche ci dicono che il linguaggio primario più utilizzato/preferito è quello delle parole positive (con una media del 45% ca), il secondo è il tempo di qualità (con una media del 25% ca), il terzo è quello delle azioni di supporto (con una media del 18% ca), il quarto è quello dei piccoli pensieri (con una media del 8% ca) ed il fanalino di coda sono i gesti di vicinanza fisica.

Ma in pratica tutti i linguaggi sono importanti ed andrebbero rispettati se vogliamo che i nostri apprezzamenti facciano davvero effetto.

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Grazie per la lettura!

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