Sollevatore di morale
Sollevare il morale è una delle responsabilità primarie per chi vuole assumere ruoli di leadership e per chi ama prendersi cura delle relazioni con gli altri nella vita privata e professionale. I momenti di dubbio, di sconforto, di incertezza, di paura fanno parte del nostro vivere quotidiano.
Per cercare di contenerli e di superarli può essere utile avere al proprio fianco qualcuno che ti aiuta a:
- vedere la realtà in modo diverso e, soprattutto, a vedere le cose negative come temporanee e circoscritte;
- riconoscere e nutrire il senso di gratitudine per quello che sei, che hai fatto, che hai già e per tutte le volte che hai superato positivamente le difficoltà;
- scoprire, dentro di te, ed attraverso le relazioni con altri, la possibilità di iniziare a cambiare le situazioni con l’impegno e l’azione.
Poi non guasta un po’ di ironia, sorrisi e qualche abbraccio sincero.
Decoratore di arcobaleni tascabili
“La speranza è l’arcobaleno gettato al di sopra del ruscello precipitoso e repentino della vita, inghiottito centinaia di volte dalla spuma e sempre di nuovo ricomponentesi: continuamente lo supera con delicata bella temerarietà, proprio dove rumoreggia più selvaggiamente e pericolosamente” (Nietzsche)
In effetti l’arcobaleno è una bella metafora di speranza, di capacità di rivedere i colori dopo un momento buio. Un segno di bellezza fragile e sfumata che nasce proprio dopo la tempesta, ma anche qualcosa che sa di magia...
Il decoratore di arcobaleni tascabili cerca di far riconoscere, anche nei luoghi di lavoro, quali e quanti sono gli arcobaleni che ognuno può utilizzare per vedere colori e sfumature che le difficoltà sembrano offuscare.
Gli arcobaleni sono i valori, le alleanze, le competenze, gli appassionamenti, gli apprendimenti che, come un arco, possono sostenere, colorare e proteggere i nostri progetti e le nostre aspirazioni.
Segnalibri
Fare il segnalibri è davvero un bel mestiere. Lo faccio da quarant’anni con enorme soddisfazione. I miei segni sono leggeri, tutti a matita, sempre abbastanza dritti. E’ una forma di rispetto per i libri che leggo di cui mi piace preservarne l'integrità anche se li personalizzo con i miei segni.
Per me è sempre un buon momento per indossare i panni del "segnalibri" ed ora lo faccio sia con i libri cartacei che con il mio prezioso iPad che contiene i libri che altrimenti, alle dieci di sera, presa dal desiderio di leggere proprio quel libro li... non potrei soddisfare. Ed i libri sono una fonte quotidiana di gioia e di gratitudine.
Ma sappi che, oltre a fare il segnalibri, mi candido anche a dare modesti consigli di lettura se lo desideri...
“I libri parlano anche quando sono chiusi, beato chi sa ascoltarne l’ostinato sussurro” (S. Benni)
Rabdomante del talento
Talento è una parola importante perché esprime il senso della possibilità, ma anche l’energia della passione e il piacere di fare bene le cose. Fare il rabdomante del talento significa impegnarmi a riconoscere e stimolare i talenti delle persone con cui mi trovo a collaborare, in particolar modo, dei più giovani. Credo che le organizzazioni di lavoro potrebbero funzionare meglio se ognuno, indipendentemente dal ruolo che occupa, volesse impegnarsi a ricercare e valorizzare negli altri i talenti. Sarebbe anche un modo per concentrarsi su quello che abbiamo di positivo intorno a noi e per prendersi reciprocamente cura degli altri attraverso un lavoro di riconoscimento degli elementi di unicità e di valore che ogni persona può portare all’interno di una organizzazione.
Credo anche che ognuno abbia poi la responsabilità di fare il rabdomante del talento su se stesso, riconoscendo, allenando e rivitalizzando costantemente i propri talenti e dando loro visibilità, non solo attraverso il fare e l’impegno quotidiani, ma anche attraverso una sana cura di sé e sicurezza sulle proprie capacità.
Funambolo del destino
Qualcuno ha detto che il destino non è una catena ma è un volo. Nel volo si è sottoposti alle correnti d’aria, l’esterno condiziona, ma è anche vero che riesce a volare chi impara a sfruttare a suo favore queste condizioni esterne, dalle correnti d’aria alla forza di gravità. Quindi il destino dipende anche dalle capacità che apprendiamo e che decidiamo di utilizzare in funzione dell’ambiente che abbiamo intorno. L’idea del volo è interessante sia perché, come dice una canzone “non servono grandi ali per spiccare il volo”, e quindi tutti possono imparare a volare, e sia perché il volo necessita di leggerezza, che è un ingrediente fondamentale per affrontare quello che la vita ci riserva. Se è vero che, come dice una canzone “la vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare”… Il funambolo del destino è semplicemente uno che ha voglia di provarci.
“Il funambolo non ha una risposta al problema dell’equilibrio, sa solo come trasformare la forza che lo fa cadere nella spinta che lo salva. I bravi funamboli non poggiano il piede di colpo, ma prima la punta, poi la pianta ed infine il tallone. Con lentezza, scoprono ciò che appartiene loro. Solo così il passo diventa leggero e la camminata danza. Il coraggio del funambolo trasforma la gravità in leggerezza. Il coraggio in ali” (F. Bolelli)